Note: Un libro che c’interroga con ardore su noi stessi e sulle nostre responsabilità, sul valore degli esseri umani, la loro esistenza e sulla sopravvivenza del nostro pianeta.
Cortocircuito: ecco una delle parole chiave per comprendere il decennio che è appena iniziato!
Il cortocircuito fra l’estremo sviluppo tecnologico e la mancanza di consapevolezza che ha estirpato, dagli oscuri recessi della mente umana, ogni senso di responsabilità.
Mentre è posta di fronte a scelte epocali ed esistenziali, l’umanità s’interroga sull’effimero e sul futile. E cortocircuito è una parola chiave per capire tutta l’opera di Rino Tringale: e non solo per il suo stile passionale, perentorio, fiammeggiante, ma pure e soprattutto per il suo muoversi, incurante delle regole, fra un genere e l’altro. E ciò, forse, proprio a sottolineare che alcune regole, o presunte tali, vanno onestamente e spavaldamente scavalcate.
Anche in questo caso, sarebbe sbagliato arrestarsi alla prima impressione e a scrivere questo romanzo alla fantascienza: nelle pagine che state per leggere c’è qualcosa di diverso e di più che fumiganti elucubrazioni sul futuro: c’è l’indagine sui documenti storici, c’è il diario intimo, ci sono l’indignazione e il pamphlet, c’è un sano miscuglio di sociologia e filosofia, c’è il sogno, un sogno che, grazie a questi presupposti, sfocia nell’utopia, concetto vivo e magnifico.
La mancanza di sogni nelle società odierne è conseguenza diretta dell’ignavia intellettuale, dell’apatia morale e del conformismo in cui oscuri centri di potere, utilizzando paura e insicurezza, stanno precipitando, hanno precipitato l’umanità intera.
2034 si snoda fra il 2019 e il 2034 ed è strutturato su due livelli.
In filigrana Ernest Shackleton, il famoso esploratore antartico, personifica una doppia metafora: la capacità di capire quando si è raggiunto il punto di non ritorno (come fece durante la spedizione Nimrod 1907-1909, rinunciando, a meno di 100 miglia, alla conquista del polo Sud) e la capacità di perseverare quando si perseguono obiettivi etici (spedizione Endurance 1914-1917 quando, dopo due anni di terribili avversità e incombenti pericoli, riuscì a riportare a casa, sano e salvo, l’intero equipaggio).
Entrambe queste capacità sembrano mancare, purtroppo, al nostro complesso, sperso, conflittuale e fragilissimo mondo.
In primo piano, invece, in una storia che si sviluppa a ritmi serrati fra Russia, Stati Uniti, Asia Centrale e Polinesia, il generale Sergéj Lvovi269; Petruševskij e l’ammiraglio Roger E. Sciacca si interrogano sul futuro prossimo del nostro pianeta, per arrivare alla conclusione che sarà l’uso che si farà della Tecnologia a stabilire se ci incammineremo verso un’amara distopia o una desiderabile utopia.
Capiranno alla fine che l’equazione per un futuro più giusto dovrà essere: La forza prende il potere per consegnarlo alla conoscenza al servizio dell’etica.
E la forza prenderà il potere grazie al coraggio di due umani e all’umanità artificiale di un androide, Majo. |