Note: Se pensate che 25 CASI UMANI sia il classico libro di barzellette tornate in libreria o ovunque l’abbiate comprato perché non ha nulla a che fare con esso, magari fate ancora in tempo a farvelo cambiare. Il commento più bello che ho ricevuto dalla prima persona che l’ha letto è stato “spero che almeno ti sia divertito tu a scriverlo perché se deve divertirsi il lettore, addio” benissimo. Vorrei dire a mia discolpa che non è facile scrivere un libro, specie se non sai nemmeno di cosa scrivere e se, a scuola, eri uno di quelli che doveva copiare per fare un tema di quattro pagine. La maggior parte delle persone che conosco fanno fatica a leggerlo un libro, figuratevi a scriverlo. Per cui la domanda principale di chi si accinge nella missione dello scrivere un libro dovrebbe essere “cosa voglio raccontare?” e soprattutto “per chi lo voglio raccontare?”. Ecco, questo libro vuole raccontare 25 casi umani che a ognuno di voi sarà capitato, capita o capiterà di incontrare lungo il vostro cammino. Sono accuratamente descritte venticinque (che diventeranno molte di più tra le pagine) tipologie di personaggi realmente esistiti, e sono talmente veri, strani e bizzarri da risultare spesso irreali; tuttavia fanno tutti parte della nostra quotidianità più di quanto possiamo immaginare. Perché non è tanto importante ascoltare quello che gli altri hanno da dire, bensì è lo saper osservare quello che accade intorno a noi, quello sì che fa la differenza. Ricordatevi che ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti che sarà citato in questo libro è puramente voluto e non casuale. Buona lettura, e non prendetevela se vi rivedrete in uno o più di questi 25 casi umani, questo libro è tratto da tante storie vere, e per la prima volta, voi, tutti voi, sarete gli assoluti protagonisti.
L’uomo che odia l’estate, odia quelli che durante i fuochi di ferragosto sospirano frasi tipo è già finita anche quest anno o è già natale mentre lui è in ferie da ben due ore e non ha ancora visto il colore del mare. Odia gli happy hour che sono passati dalle cinque mila lire del 2001 per due negroni stracarichi a sette euro per un bicchiere composto prevalentemente di ghiaccio, menta rinsecchita, succhi del cartone e un dito di vodka del discount. Odia quelli che mentre sta guidando oltre i 50 all’ora sul lungomare, si lanciano in mezzo alla strada con tanto di passeggini, cani, neonati, suocere, biciclette e borse frigo. Solitamente sbucano da dietro un cespuglio o un bidone, lui inchioda per non finire sui giornali come il macellaio di Cervia e loro attraversano con la stessa calma di chi si si trova nel braccio della morte, nel frattempo gli si allunga la barba e a furia di mandare insulti si spappola definitivamente il fegato. Odia gli ipersalutisti e / o iperpalestrati perché gli fanno fare, come ogni anno, figure barbine con mogli e vicini di ombrellone solo perché lui ha un po’ di pancetta. Odia i proprietari delle sale giochi perché ogni volta che va a comprare i gettoni per sua figlia, lo guardano sghignazzando col ghigno tipico del joker di Batman, pensando povero patacca, non lo sai che con i tuoi soldi vado alle Maldive quest’inverno. Odia quelli che al 15 agosto sotto l’ombrellone hanno già le sentenze su chi vincerà lo scudetto, come finirà il trono di spade, su come debellare l’Isis, sul perché c’è la crisi e su chi vincerà il Sanremo dell’anno dopo, e poi, come sempre saranno puntualmente e clamorosamente smentiti il 2 di settembre. Odia i ristoranti che espongono senza vergogna il famigerato menù turistico a 13 € e 99 cent composto da antipasti caldi e freddi, primi a scelta, secondi a buffet, dolci della casa, sorbetto, limoncello, vino, pane, acqua e coperto e come se non bastasse chiosano scrivendo tutto fresco, tutto fatto in casa, soddisfatti o rimborsati perché in cuor suo sa che sono delle grandi inculate... |