Note: ...Affidandosi alla dialettalità questo poeta riafferma il consenso alle proprie, irrinunciabili, origini, conoscendo bene le trappole che una poesia, che ha come fine solo se stessa, è una negazione della verità. La poesia non può essere un alibi all’ingiustizia, quindi una poesia della realtà, sicuro che la poesia in dialetto, è comunque, nella contemporaneità, una poesia del dissenso. E questo, diciamolo una volta per tutte, è la sua modernità, senza costruire false felicità o ricordi che sono bugie inventate dal tempo. C’è un impegno civile in tutto questo, un guardare in faccia le cose nel loro quotidiano procedere, perché tanta modernità è anche il prodotto di una mutilazione, riducendosi a solo memoria, ma, come dice Camus parlando di Proust, accettandola solo nella più difficile e più esigente delle memorie, quelle che riguardano la dispersione del mondo così com’è, cioè nel tempo impegnato nella sua distruzione... |