Note: Per la collana Isole del suono, ecco una raccolta di poesie che rappresentano altrettante tappe di un viaggio. Un viaggio radicale nell’arcipelago dell’esistenza, senza vascello, senza altra rotta che quella suggerita da esperienza e intuito, senza scialuppe di salvataggio e forse senza neanche il corpo della viaggiatrice. Niente se non dolore e meraviglia, l’idrogeno e l’ossigeno dell’acqua che rappresenta la nostra vita, la continua ricerca di un approdo sereno. E le isole che costellano la navigazione sono entità femminili che hanno nomi umani, a volte esotici, ma cuori che appartengono al mito, a un sogno di eternità, come Calipso e Circe, Attesa e Fede. Forse anche Scilla e Cariddi, sante protettrici del vortice. La poesia di Antonella Rizzo è fatta di quella terra fervida e promettente che ci si china a raccogliere nel pugno e a baciare - anche se è aspra - dopo una navigazione pericolosa ed estenuante. Terra che ha il potere di generare vita dalla materia e persino dalla morte, di germogliare e fiorire - irrorata dal pianto del cielo - quando tutto sembra inaridito o bruciato. Sono versi fertili, costruiti con parole vive e acqua e amore e sacrificio e tempo. E le donne, facce e anime impresse sulle pareti del cuore della poetessa, si trasmettono reciprocamente esperienze, tradizioni e memorie, rigenerandosi l’una nell’altra attraverso il canto. |