Aida di Giuseppe Verdi 

€ 10,00

 

Aida
di Giuseppe Verdi,  1955,  R. Stabilimento Ricordi
TEATRO
condizioni: BUONE CONDIZIONI


Aida è un’opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni, basata su un soggetto originale dell’archeologo francese Auguste Mariette, primo direttore del Museo Egizio del Cairo.
Isma’il Pascià, khedivè d’Egitto, commissionò a Verdi un inno o un’opera per celebrare l’apertura del Canale di Suez (1869), offrendogli un compenso di 80.000 franchi[senza fonte]; nell’ambito delle stesse celebrazioni era stato inaugurato il Teatro khediviale dell’Opera del Cairo con una rappresentazione di Rigoletto. Verdi però declinò la proposta sostenendo, come era solito fare, di non essere uso a scrivere musica d’occasione o di circostanza, e dicendosi anche non disposto ad affrontare un lungo viaggio per mare per recarsi in un paese lontano. Ma il khedivè, determinato ad ottenere un’opera originale di un celebre maestro europeo, insistette col compositore italiano, riservandosi però (in caso di definitivo rifiuto) di rivolgere l’offerta a Charles Gounod o a Richard Wagner. Incaricato della trattativa fu l’egittologo Auguste Mariette, il quale a sua volta si rivolse come intermediario a Camille du Locle, direttore dell’Opéra-Comique e già autore del libretto di Don Carlos. Mariette scrisse a du Locle: «Ciò che il Viceré vuole è un’opera egiziana esclusivamente storica. Le scene saranno basate su descrizioni storiche, i costumi saranno disegnati avendo i bassorilievi dell’alto Egitto come modello» e gli fornì uno scenario da lui approntato (e apocrifamente attribuito allo stesso khedivè), ossia il soggetto in cui erano delineate la trama e le situazioni dell’opera.
Lo scetticismo iniziale di Verdi fu vinto infine dall’opera di persuasione di Mariette e du Locle, che esclusero la necessità che il maestro si dovesse recare di persona in Egitto, proponendogli di realizzare le prove a Parigi o Milano. A convincerlo definitivamente fu però la lettura dello scenario, che trovò «ben fatto» e «splendido di mise en scene»; come condizioni impose un completo controllo sulla realizzazione del libretto, sull’allestimento e sulla scelta del cast. Il compenso fu pattuito alla considerevole cifra di 150.000 franchi. La prima, concordata per il gennaio 1871, fu ritardata a causa dell’assedio prussiano a Parigi durante la guerra franco-prussiana, che impedì l’accesso ai laboratori dell’Opéra dove erano stati realizzati costumi e scenografie. Alla prima del Cairo colpì l’utilizzo, nella Marcia trionfale, di lunghe trombe ispirate alle trombe egiziane o alle buccine romane (« [...] com’erano le Trombe nei tempi antichi»), appositamente ricostruite per l’occasione secondo un probabile schema di strumento antico, con la licenza di un unico pistoncino nascosto da un panno a forma di vessillo o gagliardetto.

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