Note: Aztlán è la patria di origine, mai identificata con certezza, di una tra le più affascinanti civiltà mesoamericane, quella dei mexicas, più noti come aztechi. Ma Aztlán in questo romanzo per certi versi formativo, è in fondo, per alcuni dei personaggi di questo libro solo un’utopia irraggiungibile da inseguire come se fosse l’orizzonte – irraggiungibile appunto – e da perseguire ad ogni costo perché risponde all’insopprimibile esigenza umana di continuare a camminare lungo i sentieri della vita.Alla ricerca di Aztlán, ambientata tra il 1935 e il 1937 – ma con excursus anche negli anni ’50 – tra Spagna, Messico e Australia, in un giro del mondo che tocca pure Singapore, India, Corno d’Africa, Egitto e Venezia, ripercorre le vicende di un giovane australiano alla ricerca del vero padre – un misterioso marinaio cinquantenne di cui, chi vorrà trovarne traccia potrà farlo ricercandolo in molti libri di un compianto e ben più capace narratore di storie italiano che non il modesto scribacchino autore del romanzo in questione che tra l’altro, per un curioso caso del destino, è guarda caso ormai prossimo ai cinquant’anni – e dell’Aztlán appunto, la cui storia si intreccia con quella del padre e di due giovanissimi gemelli in fuga dagli orrori della guerra civile spagnola. Il tutto scritto con un stile – che richiama in qualche modo elementi già sperimentati in passato, con particolare riferimento all’opera prattiana – capace di tenere assieme sorprendenti ed appassionanti avventure collegate in qualche maniera a fatti e personaggi esistiti davvero, e altrettanto appassionati utopie. Come quella, in fondo, di cambiare il mondo con i libri… |