Note: Questo libro comincia con questo e termina in mare. Nel mezzo fluisce un fiume di cose, fatti, animali e persone. La corrente d’inchiostro trasporta a valle vicende piccole e grandi, belle e brutte. Ma in quelle acque, ora chiare ora scure, sguazzano pochi nomi, pochissimi. Anzi, a dir la verità ne vedrete soltanto uno saltare tra le pagine come un pesce che sfugga all’amo. Nel resoconto a seguire, infatti, tratto di uomini e donne che non vado a nominare.
Non lo faccio per noncuranza. Non sono neppure mosso dal rispetto del diritto alla privatezza: basterebbe mascherare l’identità degli individui coinvolti dietro generalità fittizie. A Don Diego de la Vega era sufficiente una striscia di stoffa nera attorno agli occhi per celare al mondo chi fosse realmente Zorro. La scelta, se di scelta si può parlare, è riconducibile a una questione di memoria. Di cattiva memoria. Sono abbastanza fisionomico. Sono capace di riconoscere un volto a distanza di anni e vicissitudini. Guardo oltre le ferite inferte dalla vita. Mi concentro sullo sguardo. Tanto mi basta. |