Note: Il sistema di accoglienza come pratica discriminatoria, l’ideologia della vittima e la sua relazione con il sistema dei finanziamenti, il rapporto fra assistiti e assistenti, il ruolo ambiguo del terzo settore e, in particolare, degli operatori sociali, la fine della politica e la doverosa riscoperta della pratica della disobbedienza civile, la deriva di un paese abitato da morti viventi, da zombie del capitalismo, incapace di assumersi la responsabilità storica e geografica di affacciarsi sul mare più antico del mondo, il ruolo della comunicazione di massa, dei social, nel trasformare la coscienza collettiva e l’azione individuale, l’aumento a dismisura della “schiuma della terra”: i senza patria, gli apolidi, i rifugiati, schiacciati tra le frontiere nazionali come rifiuti ingombranti. È affrontando questi snodi sociali, politici e educativi che si raccontano qui vent’anni di storia italiana attraverso un’efficacissima lente di ingrandimento: l’immigrazione. Un racconto che è personale come esperienza di vita, ma anche collettivo nei diversi tentativi di rispondere al pericolo di scrivere un’unica storia dell’immigrazione in Italia: quella razzista e discriminatoria da una parte, ma anche quella altrettanto deformante degli immigrati come “novelli Ulisse” del nostro tempo. Il pericolo di un’unica storia in cui la dignità di esseri umani fatti di luci e ombre, chiari e scuri, si trasformi in un bianco e nero manicheo e fuorviante nella lotta perenne e inutile tra i pro e i contro l’immigrazione.
Marco Carsetti è stato redattore delle riviste “La terra vista dalla Luna” e “Lo straniero”, ed è tra i direttori de “Gli asini”. Operatore sociale in centri di accoglienza per richiedenti asilo, fondatore di una scuola di italiano per migranti, animatore di gruppi interdisciplinari con attività di ricerca e azione sociale. Dal 2010 è tra i promotori di Else, una casa editrice e un laboratorio di stampa serigrafica, che si dedica agli albi illustrati e ad attività educative con giovani e adulti. |