Note: Vituccio arriva a Catania nei primi mesi del ’40. I suoi genitori, che vivono in Etiopia, allora colonia italiana, vogliono farlo conoscere ai nonni. Ma il 10 giugno scoppia la guerra.
Vituccio, divenuto adulto, rievoca quel periodo denso di avvenimenti drammatici. Racconta la guerra con lo stupore e la freschezza del bambino che era allora. La narrazione procede animata, dal panino diventato nero di terra nel bombardamento dell’asilo, alla corsa ai rifugi, ai fischi delle bombe, ai soldati col gonnellino, seguendo gli spostamenti e le ansie della famiglia. E più tardi proprio nei discorsi dei familiari appaiono i grandi problemi del dopoguerra: il ritorno dei prigionieri, il Referendum, le lotte politiche, il movimento dei separatisti, la strage di Portella della Ginestre, i profughi che affollano la città. I grandi avvenimenti del periodo, vissuti nella quotidianità, fanno da sfondo al racconto. Ma ha anche grande spazio Catania, osservata dagli occhi attenti di un ragazzino curioso che ne rileva tradizioni e consuetudini e coglie storie esemplari di personaggi dell’epoca Una visione variegata e palpitante di quel mondo degli anni 40. |