Note: La cifra più profonda, ovvero il denominatore comune dell’esp-rienza letteraria e artistica di Matilde Profico, ci ricorda assai quel particolare stato d’animo che Giordano Bruno chiamava “eroico furore”, ossia un impeto lirico che non concede tregua, trasversale ai vari stati d’animo, in grado di trasformare la prosa in poesia per rico-durre quasi all’istante il fremito poetico alle più docili e rasserenanti prospettive offerte dalla prosa. Ci sono in particolare due testi nella presente raccolta, “La finzione dell’essere” e “Preghiera”, che esprimono a pieno la rappresentazione del nostro assunto: dal pessimismo estremo dell’unica proposta percorribile – cioè ricorrere ad una maschera che ci copra il volto e ad un vestito da lungo tempo dismesso che copra le nostre nudità - Matilde, riuscendo sapientemente a coinvolgerci in un lavoro di scavo nei sofferti meandri della nostra interiorità, congedando questo suo lavoro, ci offre l’unica prospettiva di salvezza: una stringente ma intensa preghiera scandita in una inaspettata basilica che ci proteggerà, come in un abbraccio, fra le sue solide pareti, le pareti del cuore, le sole in grado di consentire al sole di schiarire “il nero della notte”. |