Note: L’Ottocento, il Secolo breve, era durato meno di cinquant’anni, dal 4 luglio 1776 al 18 giugno 1815. Dopo l’Ammucchione di Vienna era iniziata la lunga Notte delle Statue. Secoli dopo, nel bel mezzo di un’ondata epidemica di infonoidi, tra le arcane geometrie di Ur si aggira P., uomo di pensiero e azione, a suo agio, nella matropoli, tra innumerevoli notifiche di piattaforme e oggetti, e tuttavia in preda ad attacchi non infrequenti di paraniade acutissima. Quando si diffondono una misteriosa app ed un inquietante libro ispirato ad una visione alternativa della storia, P. si mette sulle tracce di U. e D. scoprendo a poco a poco che qualcosa a Ur da un pezzo non quadra, ma manco per niente. Eppure, tutto nel suo mondo sembra procedere nella normalità. Le grandi piattaforme calcolano da tempo, con ferma efficienza, tutti i rapporti tra i cittadini, proteggendoli da qualunque scambio pericoloso o mutazione di posizione inavvertita. Cosa dovrebbe turbare quell’inveterato stato di pace e ininterrotta armonia? Della vicenda fantasiosa narrata nel libro del Giga si conoscono invece, direttamente, o attraverso commenti, ventuno episodi sbagliatissimi, interi o per brani, nei quali l’epoca paleoglobale terminò bruscamente, agli Anonimi di Gesso fu tolto il Cavallo durante la Bassa Globalità, Turner dipinse monocromi blu e molte altre stramberie del genere. Assurdo, no? Quando scoccherà l’ora fatale dell’aspiracenere, sotto le ali massicce delle grandi Statue di Ur, P. finirà col misurarsi per una nuova vita con lucida passione e non poca sbattimentazione sulle note di un Riavvio dal Vecchio al Nuovo Mondo. |