Note: AUTORE RISERVATO - Il nome dell’autore è, al momento, tenuto riservato per proteggere la persona che ha vissuto e riferito la storia narrata in questo libro. Allo stesso modo e per lo stesso motivo, anche tutti gli altri nomi, compreso quello del protagonista, sono stati modificati. Anzitutto, ho l’obbligo di informarvi che il sottoscritto non è uno scrittore, o meglio, non aveva mai scritto nulla prima di stendere quanto avete davanti. La storia che ho avuto la fortuna di apprendere mi ha quasi costretto, però, a provare a scrivere, convinto che non fosse mio diritto tenerla solo per me ed anche come ringraziamento alla splendida persona che me ne ha fatto dono. Si tratta di una storia vera o, almeno, come tale mi è stata raccontata da colui che l’ha vissuta. Ero in viaggio con quella che poi è divenuta mia moglie, visitavamo una nota, ma non grande, città della Scozia. Una sera, passeggiando per il centro storico del borgo, all’interno di un vicoletto pieno di suggestivi negozietti e localini, trovammo una bellissima bottega che appariva un misto fra una libreria ed un antiquario.Entrammo, gli scaffali erano colmi di libri antichi ed oggetti che avevano l’aria di aver vissuto molti lustri, in fondo alla sala il fuoco ardeva all’interno di un caminetto aperto, in mattoni, con due grandi alari in ferro battuto che reggevano grandi ceppi di legno nodoso e secco, la fiamma scoppiettava vivace. Un anziano signore con una bella barba e l’aria di essere molto gentile ci accolse con un saluto cordiale. Chiedemmo se fosse possibile dare un occhiata in giro ed il suo sorriso ci incoraggiò. Ad un certo punto, dopo un po’ che curiosavamo sotto lo sguardo divertito del vecchietto, la nostra attenzione si posò su un oggetto meraviglioso. Si trattava di una scatola della dimensione di un portagioie, era di metallo, per la precisione sembrava d’oro. Era completamente ricoperta da disegni ed incisioni, nel centro del coperchio, fra quelli che sembravano due chiavistelli, c’era, a rilievo, una piramide anch’essa dorata che portava sui quattro lati dei disegni favolosi. La cosa che ci colpì maggiormente fu il fatto che tutti i disegni e le iscrizioni erano talmente perfette e belle da sembrare fatti a macchina o stampati in qualche modo, sicuramente, comunque, non dipinti con l’imperfezione della mano. Eppure l’oggetto appariva estremamente antico, tutto ricoperto da scritture a metà strada fra monogrammi giapponesi e geroglifici egizi. Il vecchietto vide i nostri sguardi che brillavano e restò in attesa della domanda: “Possiamo chiederle che cosa sia questa meraviglia?” La risposta arrivò pronta “E’ un segreto”, rispose l’anziano signore serio e, ad un tratto austero. La delusione nei nostri occhi fu palese e lo divertì “Ormai, però,” aggiunse aprendo uno spiraglio “ho un’età tale da poterne svelare qualcuno”. Sorrise “e poi” continuò, “il vostro sorriso ed i vostri occhi mi piacciono; promettetemi, però, che se narrerete questa storia non userete il mio nome ne indicherete ad alcuno dove trovarmi”“Può starne certo”, rispondemmo, perplessi ma sinceri. Si sedette sulla poltrona in pelle bordeaux accanto al camino e si presentò: “Mi chiamo Pine Oldschouse, sedetevi e mettetevi comodi” aggiunse, infine, indicando altre due poltrone uguali anch’esse davanti al camino, “sarà una lunga storia…”. L’AUTORE RINGRAZIA CHIUNQUE VORRA’ LASCIARE UNA RECENSIONE, UN CONSIGLIO, UN PROPRIO COMMENTO o vorrà contattarlo alla mail autoreriservato@gmail.com |