Note: È teatro, è poesia. È il mito del viaggio in un racconto disegnato, la necessità di far pace con il proprio io bambino. L’attimo in cui ci si ritrova, ripercorrendo il passato, restituendo luce alla memoria che rifiuta di aprirsi. «Mentre rileggo il dialogo di Steed, mi lascio trasportare dalle evocazioni», scrive Maria Eugenia Esparragoza, studiosa di migrazioni e scrittrice, nella prefazione. «Stento a frenare le immagini che si accalcano alle porte della memoria. Mi pervengono le scelte delle donne sui cui percorsi ho cercato di riflettere, vedendole arrivare in gran numero nella città che mi accolse. Spinte da motivi analoghi a quelli di Blanca, ricostruivano le loro vite su un territorio di cui, per anni, mi sono sentita ferma sulle soglie». Nel dialogo fra Blanca e Manuel, nelle illustrazioni realizzate per l’opera dall’artista venezuelano Douglas Quintero, ritroviamo una storia attuale e nel contempo antica. Una storia che nasce nell’attimo in cui torniamo davanti alla madre per comprendere il passato e il futuro, il bene e il male, ripercorrendo le nostre esperienze, riscoprendo le nostre radici per sentici più completi e guarire ricordi che fanno male come ferite. |