Note: Un romanzo che unisce le tinte cupe del thriller a uno sguardo profondo, innovatore, sui temi spirituali e sull’arte Il cardinale sapeva per esperienza che gli uomini erano sempre recidivi: siccome sapevano che da penitenti sarebbero stati assolti, sarebbero ricascati nel peccato, questo era fuori di dubbio. Gli sciagurati prima si ravvedevano, ed erano sinceri, ma poi per spingerli a ricominciare bastava una cosa sola: il perdono. Il perdono era il più grande nutrimento per la tentazione, ma anche la più grande risorsa che aveva la Chiesa per accrescere il proprio potere. In fondo, però, non era un teologo e ciò lo rassicurava. Non spettava a lui rivedere i confini che separavano ciò che era perdonabile da ciò che non lo sarebbe dovuto essere e investigare tutte le implicazioni che questo dilemma etico portava con sé. In ogni caso era stato addestrato a dare la caccia al male, questo era innegabile e non era cosa da poco. Gli era stata assegnata la più ardua delle missioni: conoscere e contrastare la reale natura dell’uomo, combattendo il male che si trovava alla sua radice. |