Note: Beatrice è bella da togliere il fiato. Conduce una vita apparentemente ordinaria, tranne che per un giorno alla settimana: il mercoledì. Come tutte le donne belle incarna un’idea al di sopra di tutto: quella dell’attrazione sessuale indiscriminata. È un animale notturno, da preda. Non sceglie mai; fa in modo di essere scelta. Una sfinge. Se ne sta con le ali aperte, arricciate in punta, accoglie gli uomini per poi portarli alla perdizione. Carlo, Martino e Lorenzo, da ragazzi, avevano passato più di un’estate a struggersi per lei, mentre lei, a qualche metro di distanza, incurante, andava dentro e fuori dall’acqua. Il calore che si portava dietro non li invogliava a provarci, ma li stordiva. Eccomi, io sono qui per voi. Sembrava dire. Doppia, Oscura. Nessuno poteva entrare nella sua psiche, nella sua anima, per poi uscirne illeso. Vent’anni dopo succede e basta, per caso. Carlo, Martino e Lorenzo, ormai professionisti affermati, incontrano di nuovo Beatrice, senz’averla mai del tutto dimenticata. Martino, oggi avvocato divorzista di fama internazionale, intrappolato nel suo matrimonio borghese, non ha mai più provato l’eccitazione di quei pomeriggi di canicola, quando Beatrice posava per lui sul suo divano. Per Lorenzo, sposato con due figli, Beatrice è sempre stata una felicità cui non ha mai osato attingere per remoti sensi di colpa: paralizzanti ritrosie religioso-moralistiche che ha però sublimato attraverso un progetto personale illustrato, in cui reinterpreta le 26 posizioni del Kama Sutra come fossero numeri, dove lei è sempre, immancabilmente, la protagonista. Carlo, incostante come tutti i creativi, l’aveva cercata per un po’, poi aveva desistito, perché i sogni sono belli ma alla lunga stancano. Il desiderio di lei però è rimasto lì, intatto. Non molla. Quando la rivedono, tutti e tre sono attratti dalla stessa forza misteriosa; lo stesso morboso attaccamento, che allora gli impediva di avvicinarsi, adesso li risucchia trascinandoli in un gorgo. Dietro a quella che sembra una sfolgorante opportunità si nasconde una rovinosa controindicazione, così tragica da non avere niente di logico. Beatrice, la ragazza che vent’anni prima gli aveva spezzato il cuore, è tornata per far uscire i loro demoni. Adesso gli spezza la vita. Se gli uomini si rovinano per lei, questo non toglie nulla al suo valore; al contrario, sono gli uomini che la bramano al punto da perdere di vista ogni altro valore, diventando immorali. Immorale è Martino, l’avvocato, che in uno scatto di gelosia agisce in modo sconsiderato, compromettendo in modo irreversibile la sua carriera. Immorale è Lorenzo, al quale la figura di Beatrice appare ovunque, nuda o in qualche veste grafica; per guardare lei non vede altro. Immorale è Carlo che per avere la sua attenzione non esita a svelare la più insospettabile delle perversioni. A spingerli verso la catastrofe non è mai una ragione profonda, ma un nervo scoperto, qualcosa di imponderabile che li tocca sul vivo. Che non sia questo il vero castigo di chi soffre di impotenza di cuore? |