Note: Giovanni Boldrini, il Simbionte del primo libro di Massimo Ruber (vincitore concorso Avvocati&Autori 2017 ANANKE.lab), doveva scontare l’ergastolo per gli omicidi commessi negli anni 70, prima del padre adottivo e poi di due amici, nell’intento di carpirne i patrimoni. Col primo dei patrimoni gli era andata male ma sogna di rifarsi il giorno che uscisse di galera vendicandosi del fratello traditore. Per il secondo, custodito in poco sicuri forzieri esteri, ci sono pretendenti ingannati e traditi che l’aspettano al varco per rifarsi. Per ragioni incomprensibili alla gente comune, nonostante i tre cadaveri lasciati a sperare almeno nella giustizia divina, esce dopo 26 anni e 7 mesi per buona condotta. In questo contesto appare sulla scena il figlio di cui ignora l’esistenza, avuto da una ragazza sedotta e abbandonata in Honduras nei primi anni 70: si trova ora in Svizzera per portare a termine una delicata operazione nell’interesse nazionale e cerca il padre (per odio o per amore?) nella vicina Milano. Deve trovarlo prima di completare l’operazione affidatagli. L’autore riprende il filo del terrore interrotto con la scoperta del segreto che avvolgeva la prima storia. |