Note: Arriva quasi sempre, nella vita di un pittore o di uno scultore, il giorno in cui giunge l’urgenza di comunicare anche “con le parole”. C’è sempre un momento in cui il pittore o lo scultore, ha bisogno anche “della voce”. A cosa vuol dar voce, dunque, Carla Cerbaso con questa silloge di poesie? Che cosa c’è di nuovo che non abbia già saputo / potuto esprimere sulla tela? Dà voce ai ricordi, innanzitutto, fin dai più teneri giorni, alle alterne fortune del tempo, al suo scandire inesorabile, all’incertezza del crescere e alle scelte, talora dolorose, che questo comporta in ogni epoca della nostra esistenza: il prezzo che si paga sempre per difendere la propria libertà intellettuale. L’artista intraprende un nuovo viaggio che, come ogni viaggio letterario che si rispetti, le farà sperimentare le emozioni vere di chi “osa” abbandonare un porto sicuro, ad imitazione di quelle barche che non vedono l’ora che di tuffarsi in mare. |