Note: Per chi ha vissuto e vive fra artisti, non può rimanere indifferente difronte all’esperienza pittorica, scultorea e letteraria di Armando Dolcini. In questo caso, non ci rifacciamo alla scuola di qualche genio innovatore, ma rendiamo omaggio del nostro interesse ad un uomo che cerca la sua strada per esprimere le proprie idee e a manifestarle liberamente, senza alcun accorgimento astuto nel mare magnum del conformismo corrente, ma creandosi invece, una personale impronta espressiva, appunto, ’dolciniana’. Nelle sue figurazioni, Dolcini ritrae idee ed eventi sdrammatizzandoli da protagonista, la cui coscienza è sempre viva e capace di tradurli in forma di emblemi purissimi che rasentano l’innocenza. In questo senso c’è un riuscito tentativo di sondare il dominio dell’inventiva, cercando un rapporto con l’immaginazione atavica, in un compimento a volte magico-naïve, in modo disinvolto rispetto a scrupoli descrittivi nella coerente conservazione d’una propria costruzione strutturale ed assolutamente portata all’immediatezza icastico-totemica. |