DALLE CORTI CONTADINE: Romanzo contadino - Vita e destino nelle campagne del primo Novecento 

€ 17,50

 

DALLE CORTI CONTADINE: Romanzo contadino - Vita e destino nelle campagne del primo Novecento
di Franco Nicola Ferretto,  2021,  Indipendently Published
ROMANZI
ISBN: 9798773785828
condizioni: NUOVO

Note:
La corte ha rappresentato, per buona parte del secolo scorso, il nucleo centrale della vita dei contadini della Pianura Padana.
Nel suo ambito scorreva la vita di moltissime persone dedite al lavoro nei campi.

Il padrone della corte aveva in mano la vita dei suoi lavoratori. Uno sgarbo, una parola o un gesto male interpretato potevano significare la rovina per la famiglia del contadino.

Dallo stato di povertà si passava alla tragedia.

Le corti avevano una propria organizzazione con l’assegnazione di compiti ben definiti per ogni lavoratore o nucleo famigliare.

Principalmente, si distinguevano due tipi di lavoratori.

C’erano i mezzadri, solitamente famiglie numerose che lavoravano le terre del padrone in cambio di una parte di raccolto, e i salariati, occupati nei periodi di lavoro più intenso, che avevano una forza contrattuale quasi nulla, dovendosi accontentare di ciò che riteneva giusto il padrone.

Ma la corte era organizzata, il più delle volte, sotto il controllo generale del gastaldo, per quelle attività che comportavano un sentito coinvolgimento di tutti, come l’uccisione del maiale, la trebbiatura, la pigiatura dell’uva e la vinificazione, l’allevamento dei bachi da seta...

Tale coinvolgimento era evidente anche per gli eventi che riguardavano la sfera privata.

Il matrimonio, la nascita, la morte, erano avvenimenti sentiti da tutti.

I bambini crescevano accuditi da sorelle appena più grandi, o da vicini che potevano, in qualche modo, farli rigare diritto.

Una corte era considerata come una piazza da parte di determinate figure tipiche di quel periodo: lo straccivendolo, l’arrotino, il pescivendolo, l’ombrellaio, l’impagliatore di sedie... ognuno con le sue usanze e le sue regole.

La corte costituiva un vero e proprio microcosmo, dove disperati accomunati dalla povertà e dal bisogno, con semplicità e naturalezza, davano un senso a termini come umanità, partecipazione, condivisione...

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