Note: Cesare Pavese, in un’intervista alla radio, ci dà preziose indicazioni di lettura di quest’opera: In ciascuno dei dialoghi con Leucò si rievoca con rapide battute dialogiche fra i due protagonisti un mito classico, veduto e interpretato nella sua problematica e angosciosa ambiguità, penetrato nel suo nocciolo umano, spogliandolo di ogni bellurie neoclassica e trattandone i protagonisti come bei nomi carichi bensì di destino ma non di un carattere psicologico a tutto tondo. Così sono, più o meno, tutti i personaggi di Pavese, e così egli spera di continuare a farli, fin che gli bastino le forze. Lo scrittore individua, dunque, al di sotto del significato simbolico, a volte inestricabile, un «nocciolo umano». Egli parla degli dei per parlare degli uomini, del loro destino esistenziale e, in particolare, del proprio. |