Note: Un invito al sorriso, non certo come svago ma come via per affrontare le mille svolte della vita, accoglie il lettore all’inizio della raccolta di Gregorio Febbo. Un attimo, ed ecco subito il rammarico di fronte a un mondo in cui l’amore pare dimenticato, poi la consapevolezza dello scorrere inesorabile del tempo, ma anche la volontà di aprirsi all’ascolto, il convincimento non privo di un qualche stupore del fatto che le donne sono la forza che ama senza perché. Il lettore viene trascinato in una serie di immagini che in qualche misura lo incalzano, grazie alla tecnica dell’anafora, ripetutamente usata, che dà ad alcune poesie un tono declamatorio, privo però di artificiosità, anzi con un che, a tratti, di profetico. I versi sono pieni di musicalità: la ripetizione di un verso, in finale, per tre volte evoca il chiudersi di un canto, nel solco della nostra migliore tradizione. |