Note: È l’estate del 2006 a San Zenone, un paese in provincia di Ferrara. Un gruppo di ragazzini delle medie trascorre le giornate a giocare a calcio sull’argine: è questa la loro passione, il loro linguaggio. Per alcuni sarà l’ultima estate prima delle scuole superiori a Ferrara, per altri quella del primo amore, della prima sbronza, della morte del nonno. Per tutti sarà l’estate dello scoppio di «Calciopoli» e del Mondiale di Germania che scandirà il loro tempo. Eruzione, Mietitura, Ilvangelo e gli altri, cresciuti tra il catechismo e i silenzi dei padri, un giorno trovano dei ragazzi pakistani che giocano a cricket nel «loro» campo, quello da calcio. Inizia così un percorso che porterà i giovani calciatori a scontrarsi tra loro e con i pakistani. Fino a quando Zanna arriverà a mentire e calunniare pur di riconquistare il campo, portando così il gruppo a chiedersi cosa sia davvero il calcio, cosa rappresenti per loro la tradizione e cosa siano disposti a fare in suo nome. “Dimenticare nostro padre” ruota quindi attorno alla domanda cruciale di ogni formazione: Fino a che punto siamo noi a decidere chi siamo e quanto invece influiscono il luogo in cui siamo nati e la nostra famiglia? Francesco Bolognesi scrive un romanzo di formazione, tra nazionali che si sfidano al Mondiale e culture che si incontrano (e scontrano) in un’estate emiliana afosa e piena di zanzare. |