Note: I racconti di Romandini nutrono e si nutrono di fantasia, talvolta rasentano il genere del giallo, ed anche qui si realizza una simbiosi fantastica, che però sembra avere nascita da fatti e sensazioni di ogni giorno, di quelli che spesso finiscono per consegnare al lettore l’impressione di un rovesciamento delle parti in commedia. È, però, soltanto fugace impressione che dura lo spazio di un trasalimento dovuto a una scrittura puntuta e sorprendente, che a volte lascia sul campo lividi di sospetto: quasi che l’Autore invocasse una tregua dal lettore invitandolo a mettere da parte la sospensione volontaria e momentanea dell’incredulità, elemento essenziale del patto narrativo che si stabilisce tra scrittore e lettore. Accade per le narrazioni fantastiche e fantascientifiche, come accade per il cinema, dove lo spettatore si dispone a rilasciare preventivamente al regista e allo sceneggiatore un affidavit che consenta loro di svolgere in trama di finzione cinematografica ogni creatività per supportare l’intreccio narrativo composto da coerenza e verisimiglianza. Nei suoi racconti, l’Autore utilizza parole frenetiche e calme che pure si dispiegano sotto un cielo capovolto, là dove anche gli esausti miti di certa abusata letteratura non reggono il passo e, costretti a fermarsi, approfittano della sosta per gettare un occhio verso altre avanguardie. |