Note: Presentazione dell’opera:
“…L’autore dell’opera si pone gli obiettivi, nello scrivere un nuovo dizionario e “non l’ennesimo” del dialetto bisignanese, di porre l’accento sul recupero di lemmi, espressioni che non sono più di uso comune; di ri-proporre il tema del valore dell’utilizzo del dialetto come forma di comunicazione informale e, perché no, anche formale nella comunicazione fra bisignanesi, fra cosentini, fra calabresi e non solo… Un soggetto che parla bene il dialetto e l’Italiano ha un’identità ben radicata che gli permette non solo di vivere i contesti sociali di vita in modo naturale, ma anche di cogliere l’essenza della civiltà di cui fa parte. …” (Dall’Introduzione di Franco Murano)
“… Ma cosa ne viene fuori da questo libro? Qual è la sua importanza? O meglio, qual è il valore che dovremmo riconoscere a questa raccolta?
È senza dubbio un richiamo a una identità bisignanese e calabrese che può accrescere il nostro senso di appartenenza. L’autore raccoglie qua e là quei mattoncini che compongono il linguaggio di cui per secoli il popolo bisignanese si è servito per comunicare, per lavorare, per amare, insomma, per vivere. Proprio per questo, un bene tanto fragile, che è stato tramandato solo oralmente e che è continuamente soggetto a venire plasmato e modificato dal lento scorrere dei tempi, aveva bisogno di essere fissato su carta e protetto. Il dizionario bisignanese rappresenta, quindi, anche un simbolo di continuità generazionale che ci fornisce uno strumento valido per approcciarci in modo diverso, più costruttivo, verso la globalizzazione, senza il rischio di trovarci snaturati o privi di identità.
Ma c’è altro. Ogni parola strappata al rischio dell’oblio rappresenta anche l’occasione di cogliere, attraverso la scoperta della sua etimologia, la storia che essa nasconde e le influenze che popoli di migranti o di conquistatori ci hanno lasciato nel corso dei secoli. …” (Dalla Prefazione di Alessandro Sireno) |