Note: Lingua:Italiano | Numero di pagine: 218 | Formato: Copertina rigida Isbn-10: A000039485 | Data di pubblicazione: 01/09/1980 | Edizione 1 Traduttore: Mariapaola Dèttore
Segal, un grande scrittore di ieri...
Nei romanzi di Erich Segal, nonostante la prosa colloquiale e lo stile scorrevole, c’è quella profondità, nelle tematiche, nei profili dei personaggi, nelle riflessioni che ne scaturiscono, che a mio avviso costituisce il pregio dei grandi scrittori di ieri. E che lo contraddistingue da quelli di oggi, i quali (non tutti, chiaramente) nei loro romanzi super-letti e super-venduti, scrivono in maniera altrettanto semplice ma dietro questa semplicità c’è la banalità, il nulla. E invece anche la semplicità può essere ricca di spessore e di sfumature. Può essere un valore, un pregio, ed è questo che diventa nelle storie di Segal. “Un uomo una donna e un bambino”, poi, credo che sia un romanzo ancora più profondo e complesso (nelle dinamiche e nelle tematiche trattate, al di là dello stile, appunto), rispetto al più noto “Love story”. Un romanzo di grandissimo spessore, che analizza senza filtri i moti dell’animo dei personaggi, la cui vita viene improvvisamente travolta da un evento inatteso che li metterà a dura prova, cambiandoli per sempre. E l’evento ha il nome di Jean Paul, un dolce ragazzino francese rimasto orfano di madre e del quale il padre Bob, professore universitario felicemente sposato, ignorava totalmente l’esistenza: è stato infatti il frutto di una notte di passione extraconiugale di Bob con un “amore” giovanile che lui aveva rimosso, ed entra così, inaspettatamente e tragicamente, nella sua vita e in quella della sua famiglia, mettendo in crisi il rapporto con la moglie e con le due figlie. L’amore e la serenità della routine di Bob sembra dunque lasciar posto all’incomprensione, alla freddezza, al dubbio, alla disillusione nei confronti di una vita che si pensava idilliaca e che invece si è rivelata fragile e fasulla. Tutti gli equilibri cadono. Ma poi accadrà un evento che rimescolerà nuovamente le carte in gioco. E anche stavolta sono arrivata alla fine molto emozionata, perché, anche stavolta, come in Love story, la storia si chiude con una separazione (qui in forma diversa, ovviamente) proprio quando tu dei personaggi in questione sei già innamorata come una pera cotta e li vorresti lì, tutti insieme felicemente come una famiglia del Mulino Bianco. E invece…e invece questo romanzo è più simile alla vita che a uno spot del Mulino Bianco, e questo lo rende ancora più pregevole e apprezzabile. Dalla copertina, poi, mi è giunto il vago ricordo di un film che ne è stato tratto, ma non ricordo quando e se l’ho visto…proverò a cercarlo, ma in ogni caso con grande difficoltà riuscirà a regalarmi lo stesso picco emozionale regalato dal romanzo. In conclusione? Bellissimo. Oserei definire Segal un autore molto vicino ai grandi minimalisti, scrive di personaggi normali, con una prosa semplice e spoglia ma nella quale si ritrova un inestimabile valore.
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