Perché scrivere un libro? Si può scrivere ovviamente per un’enorme quantità di motivi. C’è chi scrive romanzi per puro piacere di raccontare o scrive storie vere in stile romanzato e c’è chi scrive libri di storia per offrire il proprio punto di vista. Poi ci sono libri tecnici che un esperto scrive per portare a conoscenza di altri le proprie esperienze; e che dire degli utilissimi manuali che danno consigli e regole su di un numero svariato di argomenti? Sono giunto alla fine della mia carriera di microbiologo, trascorsa tra fermentazioni di antibiotici e altri temi sempre inerenti alla microbiologia, ho per molti anni svolto la funzione di consulente ricercatore per diverse società, compresa la FAO, in Italia Africa e Centro America. Ma non scrivo per fare l’elenco del mio curriculum, ovviamente, ma finalmente per realizzare il desiderio di presentare a giovani e meno giovani un’idea di ricerca nata a poco a poco tra bocce, provette, termostati e impianti di fermentazione. Una idea che con il tempo è diventata assillo e pensiero abituale: sul lavoro, in vacanza in montagna o al mare, tra silenzi assoluti o tra gente inutilmente rumorosa. Tra i pensieri che ti perseguitano fino a diventare stabili e si condensano fino a cristallizzarsi sul fondo della mente.
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