Note: Il calcio e la politica finiscono spesso per intrecciarsi, in virtù dell’enorme influenza popolare di questo sport e della volontà dei regimi di ogni forma e colore di sfruttarlo per i propri fini propagandistici. Al tempo stesso, il calcio ha spesso rappresentato, anche all’interno delle peggiori dittature, una zona franca, un veicolo che permetteva ai tifosi di esprimersi all’interno di contesti in cui ogni altra libertà di espressione era stata soppressa. La storia della fondazione dello Spartak Mosca ha sublimato questo rapporto tra calcio e politica, innestandosi all’interno dei momenti più cupi del famigerato regime dell’URSS di Stalin, e al tempo stesso sviluppandosi più come un romanzo di formazione che come la storia di una qualsiasi altra entità socio-culturale. I suoi fondatori infatti partirono dal nulla, sfruttando i meccanismi del regime e le sue idiosincrasie per arrivare alla notorietà assoluta; all’improvviso, nel momento più alto della loro parabola, si trovarono stritolati da quegli stessi meccanismi, che collocarono un mostruoso antagonista sulla loro strada: Lavrentij Beria. Questa è la loro storia, la vicenda epica di come quattro fratelli, nonostante tutte le avversità, riuscirono a sfidare il regime e rendere immortale la loro creatura, lo Spartak Mosca. |