Note: Anapola è una provincia italiana come tante, aggrappata alla famiglia Lavatori e alla loro azienda agricola che impiega quasi tutti i suoi abitanti. Senza i Lavatori Anapola sarebbe una città fantasma, da attraversare veloci in auto. Ma proprio nel giorno del suo undicesimo compleanno il giovane Elio Lavatori, figlio prediletto, speranza delle generazioni future, muore travolto da un furgone frigorifero. Il vuoto lasciato dalla scomparsa di Elio, nella sua famiglia e nell’intera comunità che ha sempre confidato nell’erede, è enorme. E nel romanzo s’intreccia con un altro vuoto: quello di Giona, trentenne ritornato al paese dopo aver abbandonato i sogni gloriosi di diventare regista a Roma. Nel ritmo lento e disfatto di Anapola, Giona, sconfitto ma non vinto, dà una mano al motel dei genitori e oscilla continuamente tra lampi di possibilità – fare un film su Elio – e momenti di ansioso sconforto. L’amore lo sfiora ripetutamente, ma Giona neppure sull’amore ha ormai certezze. Le passioni regalano brevi istanti di gioia, l’esistenza scorre in locali notturni, mentre le ambizioni svaniscono sulla strada del ritorno a casa. E nell’alba nebbiosa Giona cerca sé stesso e il suo paese. Con sguardo lucido e trattenuta emozione, Filippo Polenchi scrive un ambizioso romanzo d’esordio sui desideri e le disillusioni della vita di provincia. |