Note: Questa antologia di racconti pare effettivamente un libro da potersi portare in tasca e leggere come riempitivo, in autobus o nelle sale d’aspetto. Invece, come una moneta rovente lanciata dalla finestra, Gabbiani al maestrale è un labirinto di senso e contenuti, fortemente simbolico a tratti, turbativo. Se dovessimo scegliere una parola chiave, sarebbe caleidoscopio; se dovessimo stabilire un paragone, sarebbe col Borges di Finzioni. Se dovessimo, ma non lo faremo perché Gabbiani al maestrale è irriducibile e a sé stante. Tutti mentono. È necessario salire sul tavolo ogni tanto e assumere un punto di vista diverso. Un racconto ben scritto può valere più di un intero scaffale di romanzi. Sarebbe possibile continuare pressoché all’infinito, tra citazioni e parafrasi, ma la realtà (se ha senso di usare questo sostantivo) è che Gabbiani al maestrale travalica ogni riferimento. Certamente Gabbiani al maestrale mostra come tutti mentano e come la realtà stessa, che peraltro è una convenzione (o un insieme di convenzioni), menta. |