Note: Gibran è divenuto figura emblematica di un rilancio, sia pure talvolta un po’ nebuloso, della dimensione stessa del sacro, operando una fusione tra la tradizione profetica dell’Oriente e alcune fondamentali tensioni visionarie dell’Occidente (Blake, Shelley, Emerson). Ne Gli dèi della terra (1931), prevale un suggestivo sfondo cosmico di mondo delle origini, tra divinità primordiali, in un fitto dialogo tra cielo e terra. Evidenti gli influssi di Shelley e del prometeismo romantico. In quello stesso anno Gibron morì, a New York. Qualcuno scrisse in arabo, sulla sua tomba: «Qui giace il nostro profeta». |