Note: La costruzione delle grandi opere infrastrutturali imposta dai governi ai propri cittadini sta seriamente minacciando la qualità della vita delle zone coinvolte, a causa dell’impoverimento delle risorse economiche, energetiche e ambientali che la realizzazione di queste infrastrutture comporta.
Dalla TAV al Mose, dalla diga delle Tre Gole in Cina alle 300 isole artificiali al largo di Dubai, dal deposito per le scorie nucleari di Yucca Mountain all’Eurotunnel, dalla Stazione Spaziale Internazionale ISS all’oleodotto BTC, le grandi opere arricchiscono enormemente i potentati finanziari e industriali, ma non producono alcun benessere o ricchezza per le popolazioni che sono chiamate a finanziarle.
In questo contesto, l’autore propone un nuovo modello di società, da lui stesso definita società della decrescita, nella quale scegliere a favore di una riduzione di scala, di una cultura di empatia con l’ambiente e la natura, della riscoperta della comunità, del senso del limite e delle proporzioni, arginando al tempo stesso l’ingerenza dell’economia nella società, anche attraverso l’autoproduzione di beni e servizi. È un appello, questo, a cui tutti siamo chiamati a rispondere.
Queste pagine documentano, attraverso uno stile asciutto e discorsivo, tutto quello che né i giornali né le TV diranno mai sul pericoloso fenomeno delle grandi opere.
Un libro di attualità che affronta un tema di alto interesse sociale. |