Note: Il lavoro che svolgo nel mio studio è il lavoro più bello del mondo: incontro persone che vogliono stare meglio e le aiuto ad uscire dallo studio meglio di come siano entrate. Chiunque si rivolga a me è perché vuole stare meglio e questo dato dice molto sulla persona che incontrerò perché sottolinea come quella persona sia sulla buona strada per una crescita individuale, a prescindere dal disturbo con cui si presenta, che sia fisico o emotivo. O entrambi. Ogni percorso è personale, intimo (...) Non è mai un caso se nel nostro viaggio incontriamo quelle persone e non è caso se hai deciso di leggere queste pagine. Non è un caso nemmeno se nel viaggio abbiamo una battuta d’arresto, più o meno lunga, se dobbiamo fermarci per un imprevisto. Non esistono imprevisti. Esiste il nostro viaggio, fatto di quello che ci piace e che automaticamente pensiamo che ci serva e fatto soprattutto di quello che pensiamo non ci serva, perché non ci piace: l’imprevisto, il contrattempo, il problema, quello che “non ci voleva” è proprio quello che servirà di più. Esiste quindi anche un modo di vedere le cose e di reagire agli eventi che determina la serenità con cui viviamo il nostro percorso quotidiano. Nel momento in cui interiorizziamo che ciò che accade è sempre per il nostro bene abbiamo finalmente la possibilità di guardare alle battute d’arresto con occhi diversi magari domandandoti: “Chissà cosa mi insegnerà questa cosa…”, reagendo agli eventi con più lucidità e fiducia nel nostro futuro. Mi piace sempre fare l’esempio di come da bambini le regole e l’educazione ci sembravano limitare i nostri giochi, la nostra libertà, la nostra felicità. Oggi, a distanza di anni, sappiamo che è l’esatto contrario. Senza quelle apparenti limitazioni saremmo sicuramente adulti peggiori, senza regole e senza educazione e per questo saremmo anche meno felici. Da adulti è un po’ la stessa cosa: dovremo aspettare che il tempo faccia il suo corso per comprendere il significato delle difficoltà che incontriamo, per capire cosa queste apparenti limitazioni avranno voluto significare, quale tassello avranno aggiunto al perfetto puzzle della nostra vita. Una delle persone che ho incontrato in studio mi raccontava come da bambina credeva di essere la bambina più sfortunata del mondo ad avere un padre eccessivamente severo, autoritario. Lo temeva molto. Raccontava che anche da adulta subiva la figura aggressiva del padre. Una volta però si trovò davanti un capo dispotico, nervoso, volubile, estremamente esigente, sotto di lui le persone cadevano come mosche, non resisteva nessuno. A lei piaceva quel lavoro e aveva deciso che per raggiungere il suo obiettivo di crescita sarebbe dovuta restare alle dipendenze di quell’uomo per un anno. Vedeva persone resistere due settimane, alcuni un mese o due ma prima o poi tutti andavano via sbattendo la porta. Sorprendentemente si trovò a dire a sé stessa: “Sono così forte in questa circostanza perché sono cresciuta in un ambiente ben più severo di questo e non mi spavento”. Si fece coraggio e man mano che la meta si avvicinava la situazione le appariva sempre più leggera. Se ne andò quando decise che la sua esperienza lì era giunta al termine. Mi raccontò con sollievo che quell’episodio non aveva cancellato la paura per suo padre ma aveva infuso in lei una sorta di fiducia, una specie di realizzazione della forza che in realtà aveva dentro e che non aveva mai potuto vedere essendosi sempre sentita debole. Aveva capito che quella che aveva considerato la sua sfortuna in un momento cruciale della sua vita si era rivelata la sua fortuna, in quella come in altre occasioni. Ogni cosa è al posto giusto, tutto avviene al momento giusto, ogni cosa che ci arriva è sempre per la nostra crescita. E’ sempre per il nostro bene. Armiamoci di pazienza e fiducia perché quel che avviene ci conviene. |