Note: È qui (p. 140) la «profezia» di Trotsky: «…l’organizzazione partitica si sostituisce al Partito, il Comitato centrale si sostituisce all’organizzazione partitica e, infine, il dittatore si sostituisce al Comitato centrale. I comitati danno l’“orientamento” e lo cambiano mentre il popolo tace».
A Lenin non era mai accaduto - né mai più accadrà - nell’arco di un’ampia e gloriosa vita di polemista, d’essere trattato in così malo modo, con critiche altrettanto dure e inesorabili, da così tanti punti di vista e da qualcuno dotato di un simile patrimonio culturale, di una così lucida coerenza di argomentazioni. Nessun biografo si è mai provato a spiegare se la decisione di non rispondere - veramente inconsueta da parte di Lenin - sia stata determinata dallo sbigottimento per l’ardire del suo allievo prodigio, oppure dalla realistica considerazione di aver ben poco da contrapporre a un attacco di tale ampiezza e profondità. In sostanza, il dirigente bolscevico avrebbe preferito incassare il colpo, conservando per altro una stima imperitura per il degno avversario. (dall’Introduzione di Roberto Massari) |