Note:
La pandemia e il sistema dell’informazione-comunicazione (…) una miscela esplosiva che rischia di mandare in paralisi l’uomo come elemento pensante oltre che, consequenzialmente, anche il sistema vita per come siamo abituati a conoscerlo. La vicenda pandemica ha insegnato al mondo intero che la questione è innanzitutto filosofica poiché investe la condizione umana nei suoi aspetti più intimi. Separare la scienza dal sapere umanistico e dalla filosofia equivale a ridurre la scienza stessa a una sorta di ancella prossima a svoltare verso il definitivo dominio della tecnica. Al netto di previsioni fondate sulle origini del virus e i perfidi piani di dominio globale da parte dei Big dell’Universo, lo scenario che si va delineando progressivamente ci mostra nitidamente come la tecnica spogliata da ogni rivestimento umano non basta, poiché la mera sopravvivenza corporale non può di certo bastare. Un vasto numero di pensatori ci aveva avvertito anzitempo riguardo le meschine tecniche di manipolazione di massa messe in atto dal potere al solo fine di espandere il proprio dominio, fino a conquistare aspetti della vita dell’uomo su cui non era riuscito ancora ad allungare le mani. Fra analisi mass mediatiche tendenti all’irrazionale, semplificazioni luttuose di ogni tipo, bollettini di guerra manipolati a proprio vantaggio e scene richiamanti la pestilenza di manzoniana memoria, l’uomo comune ha attraversato lunghi mesi di difficoltà che hanno comportato un profondo mutamento nella sua natura. Da tutt’altra parte, invece, molto lontano da noi qualche grande realtà ha avuto modo di trarre ingenti guadagni da questa catastrofe pandemica. E sarebbe un grosso errore considerare solamente la componente economica e degli introiti di bilancio legati a questi guadagni. Il potere politico, la profonda pervasività che ora queste gigantesche realtà possono esercitare sulle popolazioni è di gran lunga maggiore se confrontata con ciò che potevano permettersi in passato. La guerra misteriosa continua, a nostra insaputa. Ma non tutto è perduto. Le ultime forze rimaste tentano, forse invano, di sviluppare una coscienza popolare che ambisce alla formazione di organi di resistenza patriottici per contrapporre forse l’ultima vera controffensiva nei confronti di un potere ormai troppo ingordo e che perciò non si farà scrupoli nell’adottare qualsiasi strategia pur di saziare la propria sete di potere. |
