Note: Abbandonato dalla madre in un collegio femminile a nemmeno due anni, Giuseppe cresce benevolmente accudito tra le verdi colline del Collio goriziano: apparentemente un’infanzia spensierata a cui non manca nulla, ma in cui il primordiale bisogno di amore esclusivo e incondizionato viene costantemente disatteso dall’assenza materna sempre più definitiva. Crescendo impara ad esorcizzare quella mancanza convincendosi di essere emotivamente indipendente e affrontando le sfide quotidiane come opportunità di riscatto. Eppure quell’amore materno negato lascia delle crepe nell’uomo che diventa: finisce col non abbandonarsi mai completamente ai sentimenti, con l’amarsi da sé come avrebbe voluto essere amato e con l’assecondare un infantile bisogno di accudimento. «Adulto troppo presto, bambino per sempre.» Finché non si imbatte nell’occasione inaspettata di pareggiare i conti col passato, di lasciarsi travolgere dall’amore e di far pace con la sua Storia. Liberamente ispirato ad una vicenda vera, «Il bambino delle vigne» è un delicato inno alla vita e alle molteplici possibilità di riscatto che offre. «Dicono che il primo amore non si dimentichi mai, che ti segni per sempre. Ma cosa dire dell’amore prima del primo amore? Di quello materno che non solo segna ma crea l’impalcatura su cui reggere tutto l’edificio di una vita?» |