Note: Fare a meno della galera è una prospettiva che ha una lunga storia. Sia le proposte abolizioniste, che le misure alternative al carcere sono pensate nell’interesse della collettività, poiché a dispetto delle sue intenzioni, il carcere non è il luogo dove la violenza si disimpara. Il carcere non dissuade dal delitto, rieduca raramente e spesso produce criminali; svelarne la sua nocività, sottrarre le pene all’automatismo del “chiudere una persona in una cella” sono argomenti affrontati nel volume con l’intento di immaginare e postulare una pena effettivamente deterrente e rivolta alla rieducazione del reo. La didattica con gli studenti descritta nella seconda parte è tesa a smontare pregiudizi e mostrare che le misure alternative al carcere o la proposta di pena visibile, viste con sospetto a causa delle tensioni create dai media sul carcere, costituiscono invece un proficuo percorso di espiazione. Parole e pensieri dei detenuti e degli operatori, svelano la dolorosa realtà carceraria e quanto la sua rappresentazione si scontri con un immaginario legato alla pena della galera come soluzione agitata per tutti i problemi. Anche l’ergastolo perpetuo, diffuso nel nostro paese e inesistente negli altri ordinamenti democratici palesa tutta la sua incompatibilità con la Costituzione. |