Note: Il “Cavaliere” assume di volta in volta figura e forma diversa come l’immaginario vuole: “tutto d’armi irto e puntuto”, poi di “stanco combattente” che “mena tristo al ritorno”, anche se “di gloria circonfuso”, infine quella di un giovane cavaliere dormiente. Il “Buon Dio” è “in cielo, in terra, e in ogni luogo”, soprattutto dentro, nell’animo del cavaliere, in fondo al suo cuore. A Lui solo, sono rivolti gli atti e le parole che il cavaliere compie e dice, le lacrime ed il sangue, il ristoro, la confidenza, la fiducia ed il riposo. Il Cavaliere ed il buon Dio è una raccolta di istanti, dove il moderno e l’antico, il prima e il dopo, si mescolano e si confondono; come in una composizione floreale, dove ogni fiore ha il suo posto, e con gli altri, concorre alla trionfale bellezza del tutto. |