Note: Questo libro fa entrare il lettore nella testa di un uomo che ha partecipato allo sterminio di un popolo. Dopo la fine della guerra, durante la custodia cautelare in carcere, Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, ha descritto la sua vita senza il minimo rimorso. Jürg Amann ha condensato questa voluminosa raccolta di appunti in un terribile monologo: non vi è nulla di inventato, ben poco è stato aggiunto. Una nuova occasione per conoscere la spaventosa autobiografia di Höss. Rispetto alla realtà, qualunque invenzione risulta inappropriata. Tanto più se la realtà è sotto gli occhi di tutti. Anche se viene continuamente negata. Anzi, soprattutto se viene negata. Me ne sono reso conto in modo più chiaro che mai un paio di anni fa, quando è stata pubblicata la traduzione tedesca delle Benevole di Jonathan Littell. Jurg Amann. Rudolf Höss, alla fine della guerra, fu processato da un tribunale polacco e condannato a morte mediante impiccagione, eseguita il 16 aprile 1947 davanti all’ingresso del crematorio di Auschwitz. In carcere, in attesa dell’esecuzione, scrisse la sua autobiografia in cui presenta, dal suo punto di vista, la mentalità e la psicologia dei nazisti, ossessionati dall’ordine e dall’obbedienza agli ordini. |