Note: Clelia è bella, intelligente, spigliata. Ha un marito attraente, intelligente e colto, di successo, e un figlioletto di cinque anni, assolutamente perfetto. Clelia desidera più di ogni altra cosa essere una donna di classe e circondarsi da cose che glielo ricordino costantemente, quasi fosse quella condizione “perfetta” un rifugio da paure e ansie che non è mai riuscita a placare. Maddalena è bella, ricca e spregiudicata. Ha un marito che ha il doppio dei suoi anni e un figlioletto nato dalla prima unione. Maddalena desidera più di ogni altra cosa la normalità ma lo nasconde, insieme alle sue quotidiane paure, dietro un atteggiamento arrogante e malizioso. Flora è una donna appagata e serena. Ha un marito musicista e un figlio che adora. Non c’è nulla che Flora desideri oltre alla serenità che già possiede e che spande intorno a sé. Tre donne, tre vite diverse giocate secondo principi quasi antitetici, che allontanano Clelia e Maddalena da Flora perché non risponde ai canoni che si sono prefissate. Permettere ad altri l’ingresso nella propria esistenza governata dall’apparenza e dalla mondanità potrebbe alterare in Clelia, ancorché lievemente, la percezione di ciò che fino ad allora è sembrato buono e giusto, ma buono e giusto non è. L’accettazione del diverso assume allora una valenza enorme e invalicabile, come i gradini che dividono due abitazioni, due famiglie, due vite, per ricomporsi solo alla fine, seguendo le ragioni del cuore. |