Note: «Nicholas Roerich è una delle colonne della cultura russa», soleva dire Mikhail Gorbaciov; si tratta infatti di un grande esploratore, mistico, artista che negli anni Venti intraprese una lunghissima spedizione nell’Asia Centrale, imbattendosi continuamente nelle leggende che si riferivano alla mitica Shambhala, a cui tutta la seconda parte di questo libro è dedicata.
Qui sono raccolte profezie indù, tibetane, mongole, musulmane sull’avvento di un’Era Nuova, di un Grande Avatar che governa Shambhala, la terra perfetta nascosta in una valle accessibile a pochi... le cui testimonianze, sparse per l’Asia, l’Autore ha raccolto.
Nicholas Roerich amava ripetere «Benedetti siano gli ostacoli attraverso i quali cresciamo». Era nella posizione giusta per dirlo, giacché gli ostacoli furono una costante della sua vita. Se a uno sguardo superficiale sembra costituita solo di creatività e avventura, in quantità molto maggiori di quanto esse siano presenti nella vita delle persone normali, a ben guardare si noterà che, sotto la superficie, le difficoltà furono sempre presenti.
È difficile capire perché certe persone debbano affrontare più guai di altre: Roerich veniva da una famiglia agiata, e avrebbe potuto aver vita facile. Ma ai Russi, in questo secolo, sono state riservate più difficoltà che agli altri, e Roerich si trovò spesso al centro delle tempeste che hanno torturato la Russia. Inoltre non scelse mai la via più facile, anzi, pareva che andasse a cercarsi tutti gli ostacoli possibili nella vita, come se potesse nutrirsene.
Fu uno scalatore infaticabile: scalò montagne, scalò anche la vita. Sempre a proposito degli ostacoli, c’era un’altra frase che amava ripetere: «E più facile arrampicarsi su una parete di roccia che su una liscia, perché la roccia offre appigli su cui troviamo la forza di issarci. Così è per la vita».
Questo libro parla appunto di una vita dedicata all’arrampicata, alla ricerca di speroni rocciosi su cui poggiare fermamente il piede, all’esplorazione e all’attività creativa.
Roerich esplorò l’Asia Centrale con la forza del curioso, la osservò con l’occhio dello scienziato, dell’uomo d’avventura, dell’artista, del ricercatore spirituale. Tutto meritava di essere esplorato, approfondito, annotato sulla carta e sulle tele. Per lui, l’Asia Centrale era il ricettacolo della saggezza delle ere, il cuore del pianeta, il posto in cui torniamo, e dal quale si emerge rinati.
Roerich si dedicò alla ricerca del seme del Bene sulla Terra; voleva imparare come farlo fiorire, come usarlo per risolvere i molti problemi dell’umanità al fine di raggiungere lo scopo della pace e dell’armonia planetaria. Questa ricerca lo portò in molti paesi, ma l’Asia Centrale, il cuore dell’Asia, fu per lui la vera fonte, il campo in cui il seme del Bene poteva essere trovato.
Shambhala è stata per Roerich una realtà, un fatto indiscutibile, il cuore del pianeta, il luogo a cui dobbiamo la nostra esistenza, la nostra sopravvivenza spirituale e la nostra conoscenza. La ricerca di Shambhala è la ricerca della soluzione dei problemi dell’esistenza, il superamento degli ostacoli, la scoperta della grande libertà che sta al di là delle difficoltà, delle tragedie, delle distruzioni.
Ovviamente potete leggere Il cuore dell’Asia come una metafora: pochi di noi potranno arrampicarsi su quei passi d’alta quota, o andare in cerca della grande Shambhala, se non nei nostri cuori. Ed è questo il valore del libro: non è solo una guida ai paesi attraversati, ma è una guida all’esplorazione dei cuori, nei quali potremo trovare tutto ciò che anche Roerich scoprì: ostacoli, problemi e, sì, tragedie, ma anche la vittoria e la liberazione. |