Note: In questo volume esamineremo, sempre seguendo le strade del denaro, lo scenario europeo lasciato dalle macerie dell’impero romano e scopriremo che il Medioevo non fu che una continuazione, una lunga coda del declino generale. Tuttavia, il turbinio di invasioni e dominazioni che si succedettero portarono, passo dopo passo, fallimento dopo fallimento, verso una nuova via per il successo proprio in quel paese, l’Italia, che era stata la culla del più grande impero della storia antica. Ma con modi e forme del tutto diverse. Questa volta, infatti, non fu la macchina bellica di Roma, ma la capacità di singoli individui, mercanti ambiziosi, avidi e visionari, a far rinascere la circolazione monetaria su vasta scala, grazie ai commerci e ai capitali accumulati che fornirono le condizioni per il grande credito internazionale che, a sua volta, attivò una nuova economia europea dalle dimensioni senza precedenti. Seguiremo infine la parabola che portò l’Italia, nel Cinquecento, a perdere per sempre la sua connotazione di grande attore della storia dell’Occidente e a cedere il passo ad altre potenze alle quali il denaro, forse più degli eserciti, diede il predominio su imperi più estesi che mai. Vedremo la nascita della grande finanza – dai Medici, ai Fugger, ai genovesi – e del suo rapporto simbiotico con il potere, dall’ascesa alla caduta. Da un punto di vista analitico introdurremo in questo volume la visione storica di Braudel e i cicli sistemici di accumulazione di Arrighi che, proprio partendo dall’analisi di quei lontani secoli, provano a fornirci un modello per la comprensione delle grandi trasformazioni che sarebbero avvenute di lì in avanti, fino ai nostri giorni. |