Note: Tre giovani uomini, mai così lontani da casa, si trovano in un campo d’addestramento prima di partire per il Vietnam. Si scontreranno con un gruppo di uomini compattati dalla guerra e dall’atmosfera ovattata e disumana della caserma, con l’assurdità di una divisa verde oliva e degli addestramenti alla morte da amministrare e ricevere. Il loro battesimo del fuoco sarà il Quattro di luglio, quando dovranno presidiare con la loro vita e i fucili di cui sono equipaggiati un deposito di munizioni sperso nel niente. Il diktat è chiaro: sparare a vista. È un compito insensato tanto più che dalle foreste circostanti si levano delle fiamme sempre più minacciose, ma da quelle scintille e da quella sensazione di assedio potrebbe nascere qualcosa di più di una solidarietà di corpo: un’amicizia. In un ’68 di cui si intuiscono solo i riverberi, Wolff mette in scena un racconto epico in cui tre ragazzi sono chiamati a farsi uomini e il prezzo da pagare per un errore commesso rischia di essere incalcolabile. Come scrive Marco Peano nella prefazione a questo libro, in ballo c’è «il mistero della giovinezza, l’età della vita in cui le scelte compiute d’impulso – e talvolta anche le più ponderate – sono destinate a riverberare per sempre». |