Note: I tre anni di pandemia, con il loro lascito di divisioni e discriminazione, ci hanno insegnato che la storia raramente mette in scena lo stesso copione, ma che le matrici sociali e culturali si assomigliano spaventosamente. Forme linguistiche, reazioni emotive, fallacie argomentative e bias cognitivi, infatti, sono i medesimi: la caccia alle streghe e all’untore, barattare la libertà con la sicurezza, i sacrifici in vista di un bene più grande, sono pattern sociali che si ripetono con drammatica ciclicità. Per cui, al di là della forma in cui si palesano, è fondamentale riconoscere le matrici che li sorreggono. E per conoscere e soprattutto cambiare queste matrici è necessario partire da dove la socialità e i rapporti con il potere hanno inizio, ovvero dalla genitorialità e dal tipo di educazione data ai figli: perché il modo con cui si educano ne plasma il carattere e con esso il carattere del mondo in cui vivranno. Cambiare il mondo comincia allora cambiando il modo in cui si educano i figli. Perché abbiamo il dovere di lasciare il mondo un luogo migliore rispetto a come l’abbiamo trovato: per i nostri figli e i figli che devono ancora nascere. |