Note: Il desiderio di conoscere chi è stato - o meglio chi è - P. Pio si ritrova ancora oggi, e sempre più forte, in quelli che non hanno avuto la possibilità di avvicinarlo. L’autore, constatando con meraviglia che le nostre città sono ancora ricche di notizie che riguardano il Padre, ha avuto sempre l’attenzione di prendere nota di ciò che poteva dire del Santo chi aveva visto, sentito e toccato. Quanto ora dicono le testimonianze qui riportate - sono esse infatti che parlano - non forma certamente una vita del Santo, intesa come il tracciato dell’intero arco storico della sua esistenza, ma documenta alcuni aspetti importanti della sua personalità. Il Padre ha affermato: «La mia missione è quella di salvare le anime». Con la sua esternazione egli offre come una traccia, che questo lavoro intende seguire. Ed, essendosi svolta la sua missione prevalentemente nel confessionale, ad esso si guarda come punto di riferimento, per presentare P. Pio quale singolare ministro del sacramento del perdono. Risalterà nel contempo l’aspetto carismatico del Padre. I carismi dello Spirito, esercitati dal Santo, mostrano tra l’altro tutta l’umanità di questo uomo mirabile, sempre coinvolto nella pena e nel dolore dei fratelli, di cui egli diventa il buon Samaritano. E non solo quando si muove nell’ambito del convento e della chiesetta, mentre la gente si assiepa al suo passaggio. Gli spazi infatti, in cui P. Pio opera, non sono soltanto quelli del romito chiostro del Gargano, ove Gesù lo ha fissato ad una croce: lo Spirito Santo lo abilita a diventare come l’ombra dei figli spirituali rimessi nella grazia di Dio, per accompagnarli, seguirli ed assisterli anche da lontano. Nei luoghi dove essi vivono e lottano, per mantenersi fedeli agli impegni assunti a S. Giovanni Rotondo. |