Note: Il perdono ci porta a confrontarci con i rimpianti, i rimorsi, la rabbia e il dolore che, in un alternarsi di silenzi e grida, ci inseguono quando siamo consapevoli del male fatto e ricevuto. Nasce spontanea la domanda: vogliamo perdonare? Possiamo essere perdonati? Possiamo perdonarci in quella stanzetta del cuore dove l’Altro non c’è? Dove, raccolti e senza maschere, siamo solo noi allo specchio? Viviamo di rapporti; i più significativi sono quelli di amore, di amicizia, le relazioni familiari, professionali. Ognuno, prima o poi, ci conduce all’incrocio del perdono perché non possiamo avvicinarci all’Altro senza farci reciprocamente del male. Ed è lì, in contatto con quel dolore, che possiamo scegliere quale strada imboccare. Ora le voci esterne si smorzano. Resta la voce del cuore, l’eco dell’anima a guidarci e a interrogarci sul senso che vogliamo dare alla nostra vita. Quell’incrocio che inevitabilmente incontriamo sulla nostra strada ci costringe a fermarci. Senza segnaletica, frecce d’obbligo, divieti. Il semaforo è lampeggiante: né rosso né verde. La spinta a imboccare o meno la via del perdono possiamo trovarlo in noi, soltanto in noi. |