Note: Questo libro nasce da una storia vera e dall’incontro umano e intelligente delle due autrici.
Si narra di coloro che perdono la vita sui luoghi di lavoro, le cosiddette “morti bianche”, ma per scelta si è evitata la pedissequa ripetizione di numeri e statistiche che vengono lasciati agli esperti in materia. Brevemente, nella seconda parte del volume, si sono trascritti dei dati esclusivamente per rimarcare la rilevanza del fenomeno, non certo per pubblicare l’ennesimo trattato di denuncia sociale sull’argomento. Ne è stato dissertato e scritto abbondantemente e non è questo l’imprinting che si è voluto dare all’opera.
Si parla di coloro che perdono la vita lavorando, per negligenza e superficialità dei padroni, per mancanza delle pur minime norme di sicurezza, e di come nel nostro Paese manchi una vera cultura e, conseguentemente, una buona legge in merito alla sicurezza sul lavoro.
Si narra delle famiglie, dei figli, delle mogli, dei genitori, dei fratelli e delle sorelle che si ritrovano a dover affrontare la perdita di un loro caro e di come la vita, per tutti loro, cambi con la velocità di un battito di ali di farfalla, e del modo in cui il peso di quell’assenza diventi il tarlo con cui si sarà costretti a convivere per il resto dei loro giorni.
Storie, testimonianze e parole che da piccoli granelli di sabbia diventano macigni quando sono inchiostro impresso sulle pagine di un libro.
E dopo, per tutti, nulla sarà più come prima. |