Note:
Il Racconto Dello Yoga
La Storia - La Filosofia - La Pratica
(Parte I - Raja Yoga)
PREMESSA
(per l’uomo occidentale in difficoltà al cospetto della disumana modernità )
Lo Yoga ci affascina! Non possiamo negarlo. Parlo di noi, di quei milioni di donne e di uomini che hanno avuto la ventura di nascere in questa parte del mondo che si autodefinisce occidentale, non volendo indicare con questo termine una precisa e nettamente delimitata zona geografica, quella parte del mondo che, a partire dal periodo storico denominato evo moderno, ha organizzato la sua esistenza su principi prettamente materialistici e utilitaristici.
Nel 1875 alcuni intellettuali occidentali fondarono a New York la Società Teosofica; un’associazione che si fece carico di importare in Occidente alcune dottrine orientali, specificamente quelle dell’India mistica e contemplativa. Ma fu solo negli anni sessanta del XX secolo che una serie di idee, di concezioni, di pratiche, di sistemi di varia ed eterogenea derivazione ma che, in qualche modo, avevano a che fare con una nuova esigenza di spiritualismo, cominciarono ad avere una diffusione più popolare, meno esclusiva.
Lo Yoga ci affascina! Non possiamo negarlo. Non parlo dei tutti, ovviamente, ma dei molti che sembrano diventare col tempo moltissimi, che sono sedotti da questa disciplina, dal suo esoterismo e dal suo insondabile mistero.
Tutte le dottrine che abbiamo appreso dalla tradizione non ci sono servite a niente; ansia, paura, frustrazione, senso di inadeguatezza pervadono le nostre vite. E tra coloro che sono più sensibili, meno capaci di difendersi, e quindi più soggetti ai colpi dell’esistenza, si fa strada l’idea che per cavarsela in questo mondo spietato non siano sufficienti i mezzi di cui Madre Natura ci ha dotati e così prende forma l’ipotesi che per superare le infinite avversità sia necessario qualcosa di più.
Non basta la buona volontà o gli sforzi profusi in buona fede; l’angoscia rimane e il senso di vuoto a volte è così profondo da inghiottire tutte le buone intenzioni che, come si sa, lastricano da sempre la via degli inferi. Gli strumenti ordinari sembrano inefficaci a fronteggiare i casi della vita, c’è bisogno di qualcosa in più, c’è bisogno di magia!
Sì, molto del fascino dello Yoga, agli occhi del neofita, spesso risiede proprio nel suo impenetrabile mistero che promette esotici prodigi. Solo il sovrannaturale può riuscire a sostenere tutto il peso. Tutte le dottrine religiose, chi più chi meno, fanno appello alla magia; sciamani, guaritori, taumaturghi; tutti i fondatori di religioni sono stati maghi, taumaturghi, guaritori. Il ricorso alle forze occulte, in questo terribile mondo, a volte sembra sia l’unica cosa in grado di risolvere i problemi. Lo Yoga ci promette la soluzione di tutti i dilemmi e, grazie a pratiche segrete, ci regala gioia, salute e felicità .
Io sono un inguaribile (miserabile) miscredente e so che lo Yoga non ha questo potere e, forse, è per questo motivo che la sua divulgazione è spesso avviluppata nella nebbia luminosa e fluttuante della leggenda, circonfusa in un mistero che resta tale anche per la maggior parte dei numerosissimi nuovi adepti che recluta in tutto il mondo.
Io, sciagurato e blasfemo, so che la magia non esiste ma la fisiologia sì. Lo Yoga è un formidabile strumento di lotta in questo moderno presente sempre più inumano che pretende performance sempre più disumane.
No! Lo Yoga non è magia, ma scienza! Scienza del corpo, della mente e dell’anima, nel significato che ognuno attribuisce a queste tre componenti che formano la, disperata e sublime, interezza umana.
OM |
