Note: Il romanzo che scandalizzò l’Inghilterra vittoriana. L’opera più bella di Oscar Wilde.
In uno studio londinese due uomini contemplano il ritratto di un uomo giovane e bello.
Nonostante le sollecitazioni dell’amico Lord Henry Wotton, Basil Hallward, l’autore del dipinto, si rifiuta di mostrare la sua opera in pubblico: “Non mostrerò la mia anima ai loro occhi superficiali e indiscreti” dichiara. “Il mio cuore non sarà mai messo sotto il loro microscopio.”
È invece l’anima di Dorian Gray quella messa al microscopio in questo indimenticabile romanzo. Influenzato dal cinico ed edonista Lord Henry, Dorian si infatua della propria giovinezza e bellezza e desidera che il suo ritratto invecchi al posto suo.
Il suo desiderio si avvera, ma non è solamente il trascorrere del tempo a rovinare il dipinto, quanto, piuttosto, la sfrenata dissolutezza materiale e morale alla quale il giovane e maledettamente bello Dorian si lascia andare.
Liberato dal peso fisico dei suoi eccessi, Dorian si dedica soprattutto alla ricerca del piacere.
Trascorre le sue giornate frequentando gli amici e spinge il suo amante al suicidio, impegnandosi nella pratica di ogni vizio noto all’uomo.
Agli occhi dell’aristocratica società che frequenta rimane bello e giovane come un principe azzurro, ma nel dipinto risulta ormai un mostro di turpitudine.
Quando Dorian si rende conto che solo una di queste due immagini può essere reale, una resa dei conti ormai rimandata per troppo tempo risulta inevitabile. |