Note: In questo libro si sostiene che la democrazia non muore mai a causa di colpi dall’esterno, bensì per autoconsunzione morale, prima che politica. In altre parole, la fine di una democrazia è sempre un suicidio. L’Autore richiama il caso italiano della democrazia liberale giolittiana e la Repubblica di Weimar. La democrazia si afferma premendo dal basso, ma ogni giorno va ripresa, reinventata, per così dire, e rigenerata. Politologi accreditati, da Norberto Bobbio a Giovanni Sartori, a Maurice Duverger, a Ralf Dahrendorf e Martin S. Lipset, ci dicono che volere la democrazia è mera procedura – tot capita, tot sententiae –, ma l’Autore sostiene che, d’accordo che la procedura è importante, ma la democrazia non può mai dimenticare i grandi ideali di uguaglianza e giustizia sociale, da cui è storicamente nata. |