Note: Nella seconda metà del XV secolo, mentre si stanno consolidando e potenziando, in aree vicine, le grandi monarchie “nazionali” di Francia, Spagna, Inghilterra, o imperiali come quella asburgica e quella ottomana, nella penisola italiana permane l’incapacità di superare la tradizionale frammentazione in diverse (per origine, natura, estensione, potenza) entità politiche diffidenti l’una dell’altra e spesso in conflitto. La preoccupazione comune dei “signori” o dei ceti dominanti è quella di conservare il potere in un “equilibrio” generale che però le loro ambizioni o timori rendono precario, e la peculiarità italiana di tante piccole capitali dove l’arte e la cultura fioriscono si traduce in una straordinaria debolezza complessiva. In una splendida luce che però volge al tramonto, l’età di Lorenzo rappresenta forse il culmine di mille anni di storia italiana ma costituisce anche un punto di arrivo, di crisi insoluta. La guerra che fa seguito alla celebre congiura dei Pazzi ne costituisce un episodio esemplare. Le trame politiche, le tecniche militari, i virtuosismi diplomatici che la caratterizzano danno l’idea di un effimero scenario teatrale su cui presto le grandi potenze faranno cadere la tela. |